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Genova

"Diritti e libertà" : Chiara Ricchini, una donna nella Pallanuoto Uisp

Chiara Ricchini lo sport lo ha nel sangue: dal nonno allenatore, al papà che ha pubblicato un libro sul basket femminile, alla nonna, una vera pioniera , che alla fine degli anni 50, fu il primo arbitro donna di pallacanestro in Liguria.

Cresciuta nella pallanuoto del levante ligure, Chiara ha continuato a praticare la sua passione all’interno di Sestri Mare e Sport , squadra master Uisp, iscritta al Campionato regionale Uisp Liguria, in cui, al momento, è l’unica donna. 

Potrebbe già essere un elemento d’ispirazione, essere una ragazza in un ambito completamente maschile di uno sport ad alto impatto fisico, anche se raccontato da Chiara sembra tutto così “ normale”. Verso di lei, in acqua e fuori, c’è un comportamento di naturale rispetto, può capitare l’episodio di dubbio fair play , ma mai situazioni di reale disagio, anzi, pur nella parità agonistica, non è solo la sua squadra ma anche qualche compagine avversaria come il Ca Monaco, a riconoscerle un saluto speciale prima dell’ingresso in vasca, perché essere uguali non significa dimenticare l’unicità delle persone e Chiara in questo, ha molto da ricordarci.

Infatti per partecipare al campionato ligure, lei che da anni vive in Toscana con un marito altrettanto sportivo che lavora per diversi periodi all’estero , organizza le trasferte settimanali portando con sè il suo bimbo, tappa fissa dai nonni , ma adesso che ha due anni, presenza sempre più assidua alle sue partite e, neanche a dirlo, suo tifoso più gradito. Questo incastro riguarda pure i tempi e i luoghi dei suoi impegni professionali e ultimamente Chiara si è cimentata con il supporto dei suoi compagni, anche nel ruolo di allenatrice, oltreché essere parte del team organizzativo della sua squadra. “L’aspetto più gratificante è poter avere un contesto di riferimento diverso dall’ambito familiare e della propria cerchia ristretta di rapporti “. Ovviamente c’è lo slancio per la pallanuoto, la soddisfazione del gioco, la scarica di benessere data dall’attività fisica e un maggiore equilibrio psico-fisico a cui lo sport contribuisce, ma proprio la consapevolezza che cambiare prospettiva ed essere parte di una realtà aperta, ci mantiene integri come individui, e come individui, spiega Chiara, anche meno esposti ad eventuali dinamiche di isolamento che più facilmente predispongono a forme di prevaricazione , cominciando proprio da quelle in ambito familiare, le cui vittime sono tante, troppe. “ Io invito tutte le ragazze che pensano di dover abbandonare la pallanuoto dopo la pratica giovanile a ricredersi e tuffarsi in questa avventura a livello amatoriale come i colleghi uomini , è un arricchimento sportivo e soprattutto umano a cui non c’è motivo di rinunciare”.

 La semplicità con la quale Chiara ci espone il suo acrobatico quotidiano, ha il fascino del gesto atletico nella finale olimpica, quello che ci esalta perché contagiati da qualcosa di straordinario. Perché lo sappiamo bene che ricoprire tutti i ruoli, ricordando la pratica di sè, resta per le donne, lo sport più estremo.

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